mercoledì 6 aprile 2016

ZAHA, WINE DAME

Zaha Hadid. Un nome, un'icona.

La recente e improvvisa scomparsa dell'archistar ha lasciato attonito il mondo dell'architettura, ma non di meno quello del design. Sono note, infatti, le linee delle NOVA Shoes ideate per il marchio inglese United Nude e quelle delle scarpe in plastica disegnate per il brand Melissa, e lo sono altrettanto quelle delle posaterie WMF.

Le NOVA Shoes di United Nude
immagine tratta da www.revistakya.com
                                               
Le scarpe in plastica di Melissa.
immagine tratta da www.architetturaedesign.it


Zaha flatware collection
immagine tratta da www.wmf-usa.com


Le linee sinuose e pulite che caratterizzano la concezione formale della Dame si ritrovano anche nella bottiglia creata per la produzione in serie limitata di 999 pezzi dell'austriaco Leo Hillinger. 
Il vino Icon Hill già nel nome si propone come un oggetto di nicchia, in primis per il suo packaging e poi per il suo contenuto: si tratta di un vino "rosso scuro profondo con un nucleo nero", audace, come nera e sensuale è la bottiglia disegnata da Zaha, come audace e sperimentale è stata la sua visione del mondo e dell'architettura. Un'icona del bere da collezionare.
Icon Hill.
Immagine tratta da www.designboom.com

Alla tua, Zaha!

venerdì 18 settembre 2015

OVIDIO: UN FOOD MARKETING ARDITO

È ormai chiaro che la cultura dell'enogastronomia ha preso piede in maniera netta e decisa. Come già accennato nell'articolo "E se...il cibo incontra l'arte", la contaminazione tra le forme dell'arte e quelle del cibo è diventata ormai una simbiosi ad alto tasso di rendimento economico.
Ma fino a che punto può un'operazione di promozione di una specificità culinaria spingersi in territorio artistico?
Ci offre uno spunto di riflessione la vicenda dell'aglio rosso di Sulmona, raccontata dalle pagine de "Il Centro".

Sulmona, finisce in tribunale il caso degli agli in testa a Ovidio



Meditiamo.

lunedì 31 agosto 2015

IN ONORE DI LE CORBUSIER

Il 27 agosto 1965 muore Charles-Edouard Janneret-Gris, Le Corbusier. Muore a 77 anni durante una delle sue nuotate al largo del mare della Costa Azzurra, in una sorta di beffarda fusione con la natura, lui che - diciamoci la verità - ha sempre trovato un modo per governarla, la natura.

foto tratta da www.smartweek.ch
Questo piccolo e modesto contributo commemorativo vuole stabilire un parallelo tra Le Corbù e il mondo del vino, attraverso la linea di cristalli "Occhio", disegnati su suo progetto da Filippo Alison per ColleVilca.


immagini tratte da www.collevilca.it
Non è difficile trovare nelle opere di Le Corbusier i riferimenti formali delle linee di questi oggetti. 
Troviamo l'occhio, infatti, come metro di misura nei suoi schizzi sull'Unitè d'Habitation e l'ellisse schiacciato nella scala metrica del modulor o nel dipinto "La lanterne et le petit Haricot" (1930), calibrato secondo un'ottica cubista con linee che richiamano la lavorazione della parte inferiore di questi cristalli.

Schizzo dell'Unitè d'Habitation all'interno dell'ambiente naturale
immagine tratta da www.starcmantova.com

Le Corbusier. La lanterne et le petit Haricot (1930)
immagine tratta da www.comune.lissone.mi.it
Insomma, un Le Corbusier in qualche modo attuale e sempre presente, in un'aura di immortalità che solo l'arte può dare. 
Ciao, eterno Le Corbù!

giovedì 27 agosto 2015

E SE...IL CIBO INCONTRA L'ARTE

Questo post vuole essere una riflessione su un articolo del Gambero Rosso a proposito dei nuovi Direttori museali in Italia, la cui nomina tante polemiche ha suscitato, soprattutto riguardo ai Direttori esteri.
Nell'articolo viene citato l'esempio del MoMA di New York come buona pratica da importare, laddove i servizi di ristorazione aggiuntivi a quelli prettamente museali riescono a portare il fatturato a cifre altissime.
Anche in Italia esistono esempi di questo genere, come il Museo di Arte Contemporanea di RIvoli, che ospita il ristorante "Combal.Zero", o il Lucca Center of Contemporary Art, che accoglie i locali de "L'Imbuto".

Ristorante Combat.Zero di RIvoli. VIsta della sala con il Castello sullo sfondo.
immagine tratta da www.viamichelin.it

Ristorante L'Imbuto di Lucca. Vista degli interni.
immagine tratta da www.artribune.com

La tendenza a coniugare l'aspetto espositivo a quello ristorativo trova sempre più diffusione, anche nei complessi museali minori, come in quello del MUMI di Francavilla al Mare (CH), dove una delegazione del FAI giovani di Chieti oggi terrà un aperitivo servito dallo Chef Nicola Rapino.

immagine tratta da www.tesoridabruzzo.com

La domanda sorge spontanea: è dunque questa la nuova frontiera dell'arte in Italia? Siamo veramente certi che questa sorta di commistione in realtà non focalizzi l'attenzione sul cibo anziché sull'opera d'arte esposta? Ed è giusto che i musei italiani diventino dei "contenitori di manifestazioni" e i quadri ospitati uno sfondo scenografico?
Non saprei. Certamente la giusta esaltazione delle opere dipenderà dalla capacità degli organizzatori di porre l'arte in primo piano, culinaria o figurativa che essa sia.

mercoledì 12 agosto 2015

ZACCAGNINI, vignaiolo (e mecenate) d'Abruzzo

Se, come accennavo nella presentazione di questo blog, coltivare vigneti costituisce un modo di conformare il territorio, non si può prescindere dall'analizzare l'eccellente esempio abruzzese dell'Azienda Agricola Ciccio Zaccagnini, di Bolognano, particolare esempio di "delicatezza" in un periodo come questo, nel quale il tema dell'impatto delle coltivazioni sul sistema ambientale è al centro di discussioni internazionali.



                   

Chi, come me, ha avuto l'occasione di salire alla tenuta Zaccagnini, tra le colline pescaresi pettinate dai filari di uva, ha percepito un'aura misteriosa, quasi mistica, che induce ad una fruizione rispettosa del contesto ambientale nel quale ci si addentra.
Ma non solo. 
Ho ravvisato una sorta di "arte totale" nel mondo Zaccagnini, un fil rouge che lega la coltivazione al packaging (basti pensare alla Linea Tralcetto), il marketing dell'azienda all'arte.

Linea Tralcetto, con etichette d'autore - premio Pigro – Un fiore per Ivan
La sensibilità artistica dell'azienda è pienamente manifesta nei numerosi eventi artistici organizzati ("Un fiore per Ivan", "Uvarte", "premio Prisco", "Tralcetto dell'amicizia" e "Pigro, cantautori in vigna", in omaggio ad Ivan Graziani), ma si concretizza compiutamente nella collocazione nei vigneti di vere e proprie opere d'arte, realizzate da autori di calibro nazionale ed internazionale.

La tenuta Zaccagnini, con una statua di Cascella
La creazione di questo nuovo scenario per l'arte non ha precedenti in Abruzzo, mentre altri esempi possono trovarsi in altre regioni d'Italia. Questa sorta di pionierismo, quindi, mi offre l'opportunità di inaugurare una nuova sezione del blog, "Focus on", di approfondimento delle figure artistiche e architettoniche legate al mondo del vino.
In quest'ottica, di Zaccagnini sentiremo ancora parlare.

le immagini per la realizzazione di questo articolo sono state tratte da: http://www.cantinazaccagnini.it 

lunedì 3 agosto 2015

Citè des civilisation du vin. Bordeaux attitude.

Non è un caso che la Francia nel 2014 abbia riconfermato il suo primato mondiale per numero di bottiglie di vino vendute. Non lo è alla luce del progetto della Citè des civilisation du vin, complesso polifunzionale e multisensoriale che verrà inaugurato nel 2016 a Bordeaux.
Dichiarata dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità per circa 1810 ettari e in costante evoluzione negli ultimi dieci anni, la città mira a diventare una delle più ambite mete turistiche dell'Europa e ad arricchire il proprio paesaggio di un oggetto iconico e fortemente riconoscibile.


Il concetto chiave alla base del progetto è la creazione di uno spazio unico, in grado di celebrare il vino in tutte le sue sfaccettature e di dar vita ad un approccio innovativo al mondo dell'enologia. 
I numeri sono impressionanti: 81 milioni di euro di budget per una superficie totale coperta di 13.350 metri quadrati, slanciata da una torre alta 55 metri, uno spazio espositivo che si sviluppa su 10 piani ed una piattaforma di osservazione posizionata a 35 metri da terra. Il tutto in un'ottica di contenimento energetico e di utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili.


Il progetto, elaborato da XTU e Casson Mann Ltd, vuole evocare il tronco nodoso delle viti, l'ondeggiante movimento del vino nel bicchiere, il flusso della Garonna e ciò che ne scaturisce è un oggetto architettonico dalle curve sensuali, quasi in simbiosi con l'ambiente circostante, anche grazie all'uso dei pannelli di rivestimento in alluminio verniciato e iridescente che riflettono i cieli di Bordeaux.


Lo spazio dell'esposizione permanente, 3000 metri quadrati organizzati in 20 aree tematiche differenti, rappresenta il fulcro dell'esperienza del visitatore: il tour costituisce un'esperienza unica alla scoperta della storia evolutiva del vino: dai Vigneti del mondo (1), al Tavolo dei 5 sensi (11), passando per le Metamorfosi del vino (5) o nel Banchetto delle leggende (12).
Ogni visitatore potrà effettuare la propria personale esperienza degli spazi, anche attraverso un particolare sistema in grado di associare la localizzazione nello spazio espositivo a contenuti multimediali innovativi, a vantaggio dell'utenza diversamente abile.



Insomma, un progetto di innovazione e approfondimento dei temi legati al vino che si propone come unico al mondo...e ha tutte le carte in regola per diventarlo sul serio: viNe la France!

le immagini per la realizzazione di questo articolo sono state tratte da: 

venerdì 31 luglio 2015

DECANTER. UNA COLLEZIONE ISPIRATA DAL VINO.

L'esempio a mio avviso più calzante di applicazione del vino al mondo del design è rappresentato dalla linea Decanter di Passoni Nature.
Grazie ad una intelligentissima collaborazione con PelleVino Treatment®, infatti, l'azienda ha elaborato una metodologia di colorazione del tutto innovativa in grado di estrarre il tannino dal legno e creare così numerose sfumature di colore.



Nascono in questo modo (da sinistra a destra) la finitura Rosè, dal colore rosa tenue, il Dolcetto, tendente al rosso rubino con riflessi violacei, il San Giovese, rosso rubino intenso, Barricato, rosso rubino scarico, e Aceto, nel quale il tannino conferisce al legno la caratteristica colorazione scura e satura.

L'applicazione di questa nuova metolologia di colorazione ha portato alla realizzazione della collezione a firma dello Studio DINN, presentata al Salone del Mobile di Milano 2015, che prevede oltre alle sedie, sgabelli, poltroncine e piccoli tavoli da servizio, dal design morbido e avvolgente in legno di frassino e rovere.






Un progetto di design sicuramente accattivante, unito ad una metodologia di colorazione naturale e del tutto atossica: quale soluzione migliore al rapporto natura-artificio?
A presto

Per la realizzazione di questo articolo le immagini sono state tratte dal sito www.passoninature.com